Riflessioni organizzative – suscitate
dalla lettura del libro di Nilton Bonder “La teoria della felicità economica”
edizioni Sperling & Kupfer
…. Ancora una
volta constatiamo quindi che, a meno che sia necessario, è meglio non fare
nulla che trasformare qualcosa in nulla. Bisogna fare molta attenzione che il
nostro profitto non sia soltanto apparente. Un profitto oggi che si traduce in
un costo domani non è ricchezza: al contrario è una doppia perdita di tempo[1].
Spesso siamo costretti a comportarci così per sopravvivere, ma un Mercato
sofisticato dovrebbe pianificare in modo da evitare questo tipo di situazione…
Credete che
Bonder sia un premio Nobel per l’economia o un guru del management? Vi
sbagliate, quelle che avete appena letto sono le parole di un rabbino
brasiliano, e sono tratte da un libro
che divulga con humor il punto di vista della tradizione ebraica sulla
ricchezza.
La TOC (Teoria
dei Constraint ) affonda le sue radici culturali nel pensiero e nel modo di
acquisire conoscenza degli ebrei. Uno stile di pensiero intrisecamente
sistemico, portato cioè a considerare la realtà come insieme di
interdipendenze, di relazioni causa-effetto, che vede nella conoscenza di
queste connessioni il più importante fattore produttivo (quella conoscenza che
il dr. Deming chiamava profonda significando con questo che non si fermava alla
apparenza delle cose, ma comprendendone le profonde connessioni ci permette di
pianificare il cambiamento).
La– TOC di
Goldratt afferma che come la forza di una catena è determinata dall’anello più
debole, così le prestazioni di un sistema sono limitate da un fattore che
chiamiamo vincolo (o constraint).

Per fare questo
è necessario un cambio di paradigma che coinvolge le politiche aziendali, gli
atteggiamenti, il modo in cui le persone vengono misurate e le aspettative che
esse hanno dal lavoro, tutti fattori che contribuiscono a generare le naturali
resistenze delle persone al cambiamento.
Le poche righe
di Bonder dicono in modo molto semplice e completamente generale una “verità”
che la TOC ha declinato in campo organizzativo, del management nei 5 passi di
focalizzazione.
Il concetto di
constraint attorno al quale si basa la TOC è esprimibile, parafrasando Bonder,
come “il solo elemento di un sistema produttivo in grado di trasformare sempre
qualcosa in qualcosa, di generare un profitto oggi senza costi domani”.
[1] Pensate al
caso di un reparto di produzione che lavora per il magazzino (e non per
soddisfare ordini di clienti), state generando ricchezza (come gli schemi
contabili utilizzati nelle aziende tendono a farvi credere) oppure state
perdendo due volte il vostro tempo (prima per produrre e poi per abbassare
l’inventory!)