Da una ricerca effettuata congiuntamente da SDA Bocconi e SAP sulle PMI emerge che ll 42% delle aziende coinvolte nello studio ha dichiarato di aver avviato nel 2012 o di prevedere per il 2013 interventi sui sistemi informativi, mentre il 45% lo ha fatto sui processi aziendali al fine di governare la complessità che le PMI dinamiche ed in crescita si trovano a dover fronteggiare.
Più rari gli studi sulle intrinseca complessità dei sistemi informativi e di come questa intrinseca complessità può influire (negativamente) sulla capacità di governare la complessità aziendale.
Dedico una serie di articoletti alla complessità dei sistemi informativi, di come, mediante una tecnologia innovativa adeguata, possa essere misurata e governata.
Il
sistema informativo può essere assimilato a un’enorme e dinamica rete, composta
da nodi e collegamenti il cui numero di collegamenti fra i nodi (applicazioni, dati,
informazioni, tecnologie, persone) stanno aumentando velocemente, così come il
numero di nodi stessi. La sua caratteristica è che:
·
i nodi possono avere dei comportamenti che, non sempre, sono
razionali e prevedibili in quanto
i collegamenti tra gli stessi nodi possono essere “sporchi” ovvero nascondere
dell’incertezza e dell’imprevedibilità;
·
la quantità globale di incertezza, nel tempo, può
soltanto aumentare se non
opportunamente gestita e governata;
·
nuovi collegamenti sono creati così come molti altri vengono distrutti in
relazioni alla nuove necessità business e ai continui e sistematici adeguamenti
richiesti.
Questo
processo è inevitabile.
Se da
un lato il progressivo e veloce impiego della tecnologia permette alle aziende
di affrontare sfide via via sempre più pressanti, in cui i sistemi informativi
hanno e avranno un ruolo chiave e abilitante, dall’altro hanno generato una
rete sempre più complessa da gestire e governare. Infatti, per rispondere in
tempi “sempre più contenuti” alle nuove esigenze della propria utenza, ma
ancora troppo lunghi rispetto ai cambiamenti imposti dal business e alle
aspettative dell’utente stesso, i sistemi informativi, si trovano a dover
convivere con situazioni tra di esse in perenne e forte conflitto in cui:
·
da un lato si devono adottare soluzioni che semplificano
le modalità operative degli utilizzatori finali e che siano in grado di
rispondere immediatamente, anche se non completamente, alle richieste espresse
dal business privilegiando il “time to
market”;
·
dall’altro la continua ricerca di soluzioni, strumenti e metodi che semplificano la
gestione e la governabilità dei
sistemi informatici e che, nel contempo siano sempre più flessibili e agili al fine di migliore
non solo il “time to market” ma anche
l’efficienza e l’efficacia.
Malgrado gli
ingenti sforzi, il risultato è che la maggior parte delle applicazioni, anche
le più recenti e quelle dette parametrizzabili (tra le quali troviamo importanti soluzioni ERP, PLM, …), che dovrebbero in
teoria essere più veloci da implementare, già a partire dalla loro messa in
linea, iniziano un inesorabile continuo e sistematico processo di adeguamento evolutivo
e manutentivo (nuove funzioni, nuovi report, altro …). Inoltre, la
considerevole rapidità con cui si susseguono i cambiamenti nei processi
produttivi e in quelli decisioni e, in quest’ultimo periodo, l’incertezza e
l’imprevedibilità con cui avvengono le richieste di cambiamento non hanno fatto
altro che metterne in evidenza quanto i Sistemi Informativi siano e stiano
diventando sempre più critici e fragili per il funzionamento e il business
dell’azienda.
Questo ha prodotto un processo di stratificazioni che si
protrae da moltissimo tempo, in cui convivono sistemi eterogenei basati su
diverse tecnologie il che ha reso il sistema informativo non solo complesso ma
anche complicato.
A che
conduce tutto ciò?
A dei
sistemi informativi sempre più interconnessi, imprevedibili nei loro
comportamenti, e meno robusti in cui l'unica costante è il tasso di crescita
della complessità che sta velocemente aumentando. Le conseguenze del non governo della complessità è che i
sistemi informativi e quindi le aziende potrebbero diventare significativamente
più fragili. Fragilità che si traduce in costi di gestione rilevanti, in
inefficienze, in un scarso controllo dei fornitori, in una bassa qualità
percepita dall’utente e una minor capacità competitiva.
È
facilmente comprensibile quanto sia preferibile avere, in ambienti imprevedibili,
discontinui e in rapida evoluzione, un sistema informativo:
·
che sia il più possibile semplice, a parità di
funzionalità e di prestazioni erogate;
·
e che sappia bilanciare opportunamente le due prospettive
di semplificazione da parte del “cliente” e del “fornitore”.
E’ necessario quindi che la complessità sia isolata,
messa in evidenza e oggettivamente misurata al fine di poterla gestire e
governare e che la stessa assuma e abbia la stessa valenza delle altre metriche
oggi un uso quale quella dei costi, dei benefici, della qualità, dei punti
funzioni e di altre ancora.
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