sabato 12 ottobre 2013

SPEZZATO IL TRADE OFF TRA AFFIDABILITA’ E PERFORMANCE DI IMPIANTO E COSTO GRAZIE A UNA TECNOLOGIA RIVOLUZIONARIA


In impianti complessi come raffinerie, impianti chimici o di produzione di energia lo shut-down improvviso e inaspettato di apparati “critici” a volte è l’unico rimedio per prevenire danni maggiori all’intero impianto.

Questi shut-down sono comunque il male minore e hanno grosse ripercussioni negative sia in termini economici che di affidabilità impiantistica.

Per evitare shut-down improvvisi e inaspettati si possono costruire sofisticati modelli e sistemi di controllo (fault detection, isolation and diagnosis – FDID) che però hanno un costo elevato e sono efficaci se “costruiti su misura” dell’apparato e dell’impianto al cui interno l’apparato è inserito. Tanto più sono efficaci, tanto più sono fragili, perché una qualsiasi variazione nel sistema obbliga a rivedere il modello/il sistema di controllo.

Ecco il trade off tra affidabilità/performance e costo di modellazione.

Le raffinerie, così come le aziende chimiche o di produzione di energia, fanno di solito di necessità virtù e concentrano gli sforzi su pochi apparati “super critici”, incrociando le dita e sperando che i cigni neri siano solo una brillante trovata “pubblicitaria”.

ADESSO  non è più necessario affidarsi solo alla “buona sorte”. E’ possibile estendere, a costi contenuti, i sistemi di FDID a tutti gli apparati critici. COME? Seguendo l’esempio della raffineria di Ancona. Continua a leggere tutta la storia per capire in che modo l’inserimento dei nostri tools (OntoSpace e OntoBench) nel sistema FDID vi consente di “salvare capra e cavoli”!!

LA STORIA COMPLETA

Negli ultimi anni, in seguito alla crescente richiesta di efficienza e qualità nei prodotti e all’esigenza di accrescere la sicurezza nel lavoro, i moduli di Fault Diagnosis e Fault Detection stanno acquistando un ruolo molto importante nel campo della supervisione.
L’insorgere di guasti ad un’apparecchiatura critica  inserita in un processo e il loro non tempestivo rilevamento, può causare seri problemi di sicurezza e comportare gravi perdite di efficienza e redditività di impianto.
I sistemi tradizionali prevedono il monitoraggio delle variabili di processo più critiche e la generazione di un segnale di allarme, con successivo blocco del processo, qualora una di queste superi un limite assegnato.
I nuovi metodi per rilevare o diagnosticare un guasto messi a punto nell’ultimo decennio consentono di realizzare avanzati moduli di diagnostica che permettono innanzitutto di identificare prontamente un eventuale malfunzionamento e, successivamente, di intraprendere le azioni necessarie per preservare l’integrità e la funzionalità del processo mantenendolo in condizioni di sicurezza senza ricorrere ad eventuali blocchi.
L’inserimento di un modulo di Fault Detection and Diagnosis (FDD) conferisce al sistema complessivo più elevati livelli di affidabilità.
Un modulo di FDID costa molto, se ne sviluppano pochi e con ritmo lento.

Qualche mese fa in raffineria è stato condotto un esperimento utilizzando OntoSpace a fronte dell’ennesimo evento inaspettato. Ontospace è una soluzione innovativa che consentono di misurare e di gestire la complessità.

Il concetto è semplice: lo stato di salute di un dato SISTEMA è proporzionale alla differenza fra la sua complessità critica ed il valore attuale di complessità. In prossimità della soglia di criticità il sistema diventa fragile e quindi vulnerabile.
 Il punto è, quindi, la capacità di poter misurare sia la complessità così come il corrispondente limite critico. Ontonix ha sviluppato delle misure “naturali” per entrambi, utilizzando i dati grezzi rappresentanti un SISTEMA ed  estraendo regole e relazioni tra i parametri utilizzando delle tecniche di trattamento d’immagine appositamente sviluppate.

Con queste premesse possiamo stabilire che un sistema entra in uno stato di pre-crisi quando si avvicina alla propria soglia di complessità critica.
La misurazione dell’andamento della distanza di un sistema dalla relativa complessità critica fornisce direttamente una misura della sua vulnerabilità.
Variazioni nascoste di complessità che preludono alla crisi sono evidenziate da segnali precisi (precursori della crisi) .

IL CASUS BELLI

L’evento che ha dato inizio al progetto è il comportamento inaspettato (fermata per riparazione) di una delle pompe nonostante che i valori rilevati e le osservazioni sulle vibrazioni (che vengono fatte solo quando i parametri rilevati fanno sospettare qualcosa di anomalo) non avessero prodotto nessun pre-allarme. Le pompe sostengono una parte chiave dell’impianto produttivo, sono 2 in backup reciproco, in caso di fermata dell’unica pompa funzionante occorrerebbe fermare l’intero impianto. Tempi di ripristino della pompa ca. 3 settimane standard, 1-2 in emergenza.

Su questo caso è stata utilizzata la tecnologia OntoSpace.

Il progetto pilota si è articolato in 2 fasi. La prima utilizzando dati storici (medie giornaliere dei parametri rilevati dal sistema di controllo attualmente in uso); la prima fase ha anche evidenziato la necessità di lavorare su dati non mediati ma puntuali; la seconda fase ha utilizzato (per gli stessi parametri utilizzati nella prima fase) dati campionati ogni 30 secondi che coprivano un periodo di 9 giorni. La seconda fase è stata condotta in modalità “cieca” (non è stato comunicato quando il problema o i problemi si sono verificati).

Sia nella prima che nella seconda fase, OntoSpace™ ha dimostrato di riuscire a individuare segnali di pre-allarme con:
·       qualche ora quando si lavora su medie giornaliere (prima fase);
·       8-16 ore di anticipo rispetto al verificarsi dell’evento nel caso in cui si è impiegata una campionatura dei dati ogni 30 secondi (seconda fase).
 
I tecnici, che in API si occupano di fault detection, di fault analysis e di sistemi per il repair, hanno convenuto che OntoSpace™ ha una capacità di fault detection maggiori dei tool finora conosciuti. OntoSpace è model-free, quindi funziona (senza necessità di sviluppi ad hoc nè di personalizzazioni)  su tutti gli apparati, il che implica che il costo dei sistemi di FDID può essere enormemente abbattuto.

E’ in corso un progetto più ampio che comprende altre apparecchiature critiche (compressori, ecc.) per valutare in maniera precisa la integrabilità con I moduli FDID esistenti in raffineria.

Benefici qualitativi a cascata

Impatto positivo sulle politiche di conduzione/manutenzione degli impianti/macchine.

Prima della fermata fare analisi per avere segnalazioni su eventuali macchine da fermare – usarlo in affiancamento / al posto della RBI oggi fatta da manutenzione.

Individuazione i single point (punti critici) su nuovi impianti

Sulla base dell’esperienza pregressa e del progetto si stima una riduzione dei tempi del 50-70 %  il  che significa, prendendo a riferimento l’IGCC nella sua interezza una riduzione da 2-3 anni a 6-9 mesi.

Questo risultato è possibile grazie alle capacità del software di estrarre velocemente conoscenza (quali sono le variabili più connesse, quali sono le variabili che influenzano di più la stabilità del sistema, quali sono i modi di funzionamento più ricorrenti e da quali variabili sono determinati,…) da enormi masse di dati senza dover predisporre modelli di simulazione dell’impianto.

Aumento efficienza/ottimizzazione impianto via monitoraggio olistico

Sulla base dell’esperienza pregressa e del micro caso Forno F1001  si stima un incremento in termini di ottimizzazione pari al 0,5-1%  sul totale con un impegno di 6-9 mesi /uomo di lavoro.

Questo risultato è possibile grazie alle capacità del software di estrarre velocemente conoscenza (quali sono le variabili più connesse, quali sono le variabili che influenzano di più la stabilità del sistema, quali sono i modi di funzionamento più ricorrenti e da quali variabili sono determinati,…) da enormi masse di dati senza dover predisporre modelli di simulazione dell’impianto. 

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