Fu un percorso travagliato che seguimmo in presa diretta nella speranza, poi delusa, che lo standard inglobassero perlomeno facesse esplicito riferimento alle metodologie più adeguate a supportare un'organizzazione genuinamente per processi.
Descrive in maniera ultra schematica in che modo una metodologia intrisicamente sistemica, la Theory of Constraints, se correttamente applicata aiuta a costruire un'organizzazione perfettamente rispondnete ai requisiti dello standard iso 9001:2000 (2008 e 2015)
Una panoramica di confronto tra il significato che
gli 8 principi di gestione della qualità assumono nella edizione 1994 e nella
edizione 2000 dello standard consente di apprezzare il considerevole salto di
paradigma contenuto nelle Vision 2000; nell’edizione finale dello standard
ISO9004:2000 è compresa un’appendice dedicata al processo di miglioramento
continuo, che ha valore informativo, cioè è finalizzata a fornire alcuni
elementi di conoscenza che permettono la realizzazione di quanto previsto dai
requisiti in modo coerente con l’approccio complessivo delle Vision 2000. Il
miglioramento continuo è rivolto a tutti i processi che costituiscono
l’organizzazione e una buona regola sarebbe di dare la precedenza a quel processo,
a quel fattore che più degli altri ci permette di trarre profitto dal miglioramento
continuo.
Dal punto di vista di chi investe nell’organizzazione, un
progetto di miglioramento non è diverso da un investimento in nuovi macchinari
o in un nuovo sistema informativo. In ogni caso è necessario chiarire in quale
modo l’investimento produrrà un impatto positivo sul profitto di fine anno e
quale sarà l’entità di questo profitto. Un progetto non produce dei risultati
solo al termine, ma anche durante la sua implementazione; allora se un progetto
di miglioramento ha una durata non banale, converrà schedularlo in modo tale
che i risultati che hanno un impatto sul profitto (sul throughput) siano tra i
primi a essere conseguiti.
In questa appendice viene chiarito che avviare e
sostenere un processo di miglioramento continuo è il modo migliore per
migliorare le prestazioni dell’organizzazione e le condizioni di tutti coloro
che vi prendono parte. Viene altresì chiarito che cosa significhi processo di
miglioramento continuo; esso comprende sia progetti che coinvolgono più
funzioni, per i quali è necessario avvalersi di tecniche di project management
(rimandiamo al materiale su Critical Chain per la descrizione di un approccio
innovativo e efficace al project management); il miglioramento continuo è il
frutto di attività di miglioramento “ongoing”, cioè deve diventare il modo
routinario di operare (nel libro Deming e Goldratt viene mostrato un modo
operativo per instaurare un processo di miglioramento ongoing attraverso l’uso
sistematico dei thinking processes tools della TOC).
I passi attraverso i quali è possibile realizzare un
progetto di miglioramento sono i seguenti:
·
definizione dell’obiettivo e delle linee guida del progetto di miglioramento;
·
analisi del processo esistente e individuazione delle opportunità di miglioramento;
·
definizione di un piano di miglioramento;
·
implementazione delle azioni previste nel piano;
·
verifica e validazione che gli effetti delle azioni corrispondano a
quanto desiderato;
·
valutazione, decisione, di mantenere il nuovo processo o di abbandonarlo;
Per realizzare il miglioramento su base quotidiana i passi da seguire
sono ben chiari. Per ognuno di essi la TOC fornisce una strumentazione
concettuale che permette l’innesco di un processo sistematico di miglioramento.
Vediamo come. Le ISO9004:2000 ci dicono che un processo di miglioramento si
compone dei seguenti passi:
·
identificazione del problema che se risolto da origine a un miglioramento,
e delle ragioni che ci spingono ad agire su di esso;
·
realtà corrente: valutazione, misurazione delle prestazioni (in termini
di efficacia e efficienza) della situazione attuale; se necessario occorre
raccogliere e analizzare dei dati. Selezione di uno specifico problema;
·
analisi: occorre identificare la causa di fondo del problema e
verificare che sia proprio quella;
·
identificazione delle soluzioni possibili, a ogni problema è possibile
rispondere con soluzioni che vanno in diverse direzioni; la soluzione migliore
è quella che elimina la causa di fondo e che quindi ne previene una futura
insorgenza;
·
valutazione degli effetti che la soluzione avrà sulla ns. realtà,
occorre assicurarsi che quando la soluzione sarà effettivamente realizzata gli
effetti negativi scompaiano o diminuiscano di molto;
·
valutazione dell’efficacia della soluzione;
Nelle ns. realtà aziendali i problemi che ci affliggono
sono sempre più di quanti siamo in grado di affrontare nel tempo che abbiamo;
affrontarli a uno a uno, anche seguendo le indicazioni che ci vengono date e
gli strumenti potenti della TOC rischia di diventare una storia infinita e poco
gratificante; la TOC per fortuna ci ha insegnato che in realtà organizzate i
problemi non sono scollegati tra di loro e che è possibile risalire a una causa
profonda che li giustifica tutti; la TOC ci dice anche come fare per:
·
individuare che cosa cambiare; cioè la causa, la ragione che da conto,
insieme a tutti gli elementi presenti nella ns. realtà, dei problemi che
abbiamo (questa causa è sempre rappresentata con una nuvola di conflitto);
·
definire in che cosa cambiare (cioè in quale situazione vogliamo
evolvere), valutare quindi gli effetti delle nostre azioni di miglioramento,
che tutte assieme elimineranno la causa profonda dei problemi;
·
definire in quale modo realizzare il miglioramento, definire cioè il
piano di implementazione, o in altre parole schedulare (e gestire poi) un
progetto coordinato fatto da tutte le azioni di miglioramento;
Vediamo come questo ciclo generale del miglioramento si
adatti perfettamente con quanto detto nello standard e quali strumenti si
debbano utilizzare.
·
identificazione del problema che se risolto da origine a un miglioramento,
e delle ragioni che ci spingono ad agire su di esso; ciò
significa (relazioni causa effetto, ricostruire i link della ns. realtà,
capacità di prevedere, logica che ci muove => nuvola di conflitto
·
realtà corrente: valutazione, misurazione delle prestazioni (in termini
di efficacia e efficienza) della situazione attuale; se necessario occorre
raccogliere e analizzare dei dati. Selezione di uno specifico problema; => CRT (dagli UDEs alla nuvola di conflitto di fondo, assunti e
CRT)
·
analisi: occorre identificare la causa di fondo del problema e
verificare che sia proprio quella; => CRT
·
identificazione delle soluzioni possibili, a ogni problema è possibile
rispondere con soluzioni che vanno in diverse direzioni; la soluzione migliore
è quella che elimina la causa di fondo e che quindi ne previene una futura
insorgenza; dagli assunti alle injections
·
valutazione degli effetti che la soluzione avrà sulla ns. realtà,
occorre assicurarsi che quando la soluzione sarà effettivamente realizzata gli
effetti negativi scompaiano o diminuiscano di molto; per
le persone è difficile avere una visione complessiva della propria
organizzazione, per riuscire a valutare gli effetti delle azioni di
miglioramento occorre quindi scomporre prima le soluzioni al problema di fondo
in azioni che le persone sono in grado di capire e calare nella propria realtà;
e su queste azioni far esercitare lo spirito critico delle persone. Per fare questo in modo sistematico e garantendo la coerenza
con gli obiettivi iniziali ci serviamo di tra strumenti logici concatenati; per
prima cosa decomponiamo le soluzioni in obiettivi intermedi e li colleghiamo
logicamente in un piano complessivo con l’albero dei prerequisiti; subito dopo
trasformiamo ogni obiettivo intermedio in un set di azioni coordinate mediante
l’albero della transizione; infine le persone possono sollevare obiezioni sulle
azioni così dettagliate e con la nuvola delle implicazioni negative risolviamo
ogni obiezione trasformandola in ulteriori azioni da inserire nel piano.
·
implementazione della soluzione; abbiamo un
set di azioni che ci garantiscono (in modo logico) di raggiungere l’obiettivo
se verranno realizzate; ci occorre quindi un piano di progetto, una
schedulazione e un meccanismo di controllo dell’avanzamento efficaci;
scheduliamo e gestiamo il progetto con il metodo della catena Critica.
·
valutazione dell’efficacia della soluzione; l’albero
della transizione, lo strumento con il quale abbiamo definito le singole azioni
del piano di progetto, è anche un meccanismo di controllo passo dopo passo che
gli effetti delle azioni siano quelli desiderati; a livello più generale, di
progetto nel suo complesso, il meccanismo di controllo è dato dal buffer
management (un approccio sofisticato per il controllo dei progetti e in
generale della produzione) e a livello ancora più generale, a livello di
impatto sui risultati dell’azienda il meccanismo di valutazione da utilizzare è
il throughput accounting.
Imparare ad usare i tools della TOC (il metodo va sotto il
nome di “from problems to solution”) per realizzare progetti di miglioramento
continuo richiede uno sforzo alla portata di qualunque organizzazione.
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