Nella quasi totalità delle esperienze fatte in tanti anni di
lavoro sul campo, si è constatato che il vero vincolo che impediva alle aziende
di crescere stava nel mercato. Il modo con cui affrontavano il mercato e la
concorrenza era la causa del mancato raggiungimento degli obiettivi aziendali.
Dal punto di vista della toc,
il vincolo di mercato si affronta in 3 passi:
1. eliminare
il vincolo esterno: vendere la capacità in eccesso e portare il vincolo
all’interno dell’organizzazione, se possibile;
2. scegliere
la filiera vincente;
3. costruire
un processo di marketing e sincronizzare vendite e produzione.
Diciamo che un’azienda ha un vincolo di mercato quando la
quantità di ordini ricevuta dai clienti non è sufficiente a impegnare tutta la
sua capacità produttiva. C’è dunque capacità in eccesso che può essere venduta.
Per le pmi
questo aspetto del vincolo di mercato è generalmente legato alla scelta della filiera
vincente. Un effetto tangibile della globalizzazione è che le crisi subite
dalle filiere si trasferiscono molto più rapidamente di quanto non avvenisse in
passato alle singole aziende che vi appartengono. Ciò implica che, per superare
il vincolo di mercato, a volte è necessario ripensare la filiera di appartenenza.
Infine, per rendere stabile la situazione occorre sincronizzare, attraverso un processo di
marketing, le vendite con la produzione. La ridotta dimensione delle pmi, a volte, impedisce di costruire un
processo di marketing efficace, perché non ci sono abbastanza risorse da
dedicare allo scopo. In questi casi, superare il vincolo di mercato è, di
fatto, equivalente a superare la storica resistenza a fare sistema delle pmi. In logica toc, questo significa affrontare uno dei conflitti di fondo
delle pmi, quello
dell’imprenditore stesso.
Senza voler entrare nei dettagli, il primo passo è
cominciare a pensare che la stessa impresa è causa del suo problema. O, in altre
parole, l’impresa e il suo cliente hanno un problema in comune, anzi, per dirla
tutta, ne hanno molti!
Beata l’azienda che non ha difficoltà a rispettare le date
di consegna richieste dal cliente, che non ha mai difficoltà a fatturare il
prodotto nel mese in cui le servirebbe, che ha ordini che si distribuiscono in
modo regolare nel tempo e le assorbono così tutta la capacità produttiva, che
non viene trattata dai suoi clienti come un fornitore qualunque e via dicendo.
Il punto di partenza per sviluppare una soluzione a questo
problema fondamentale è cominciare a pensarlo in maniera diversa e capire in
quali radici affonda. Solo così è possibile immaginare che sia possibile
trovare una soluzione che, peraltro, possiamo già delineare nei tratti
fondamentali:
Occorre sviluppare azioni di marketing e soluzioni di
offerta che facciano progressivamente
migrare il sistema di valutazione del cliente da costo a valore. Non è il lavoro di un giorno. Come si fa?
Cominciamo a tracciarne l’identikit:
· ricercando la totale integrazione nella catena
del valore del cliente (più partner nel business, meno semplice fornitore);
·
offrendo prodotti e soluzioni direttamente
collegati al miglioramento del business del cliente stesso;
·
rispettando le specifiche e le consegne richieste.
Il mercato è il
fattore limitante le prestazioni di un’impresa quando la sua variabilità, che
noi percepiamo molto spesso come erraticità degli ordini che ci arrivano dai
clienti, ci impedisce di programmare non solo la produzione, ma anche la crescita
dell’azienda e, a conti fatti, ci obbliga ad una sensibile sotto utilizzazione
delle risorse.
Quando la domanda è imprevedibile e concentriamo tutti gli
sforzi organizzativi nella riduzione dei costi e siamo propensi ad assecondare
la ritrosia a intraprendere degli investimenti, siano essi in macchinari in
persone o in programmi di miglioramento, allora abbiamo un constraint di
mercato.
Avere un constraint di mercato equivale a non essere in
grado di vendere tutta la capacità produttiva che si possiede.
External constraint
è la soluzione che la toc propone
per questo problema. Questa soluzione consiste in una serie di azioni
coordinate (un processo) messe a punto e supportate dai TP tools della toc.
Lo scopo è quello di trasformare il marketing e la vendita
da una serie di eventi scarsamente predicibili in un processo stabile, cioè in
un processo di cui si è in grado di misurare la prestazione e che mostri una
buona ripetibilità nel tempo, all’interno di un intervallo di variazione.
Una volta assicuratosi di avere il “controllo” del processo,
è possibile agire per migliorarlo; nel caso si ignori lo stato del processo,
ogni azione di miglioramento equivale a sparare alla cieca, sperando di colpire
il bersaglio.
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