domenica 19 gennaio 2014

La membrana della nostra mente di Tony Rizzo


"Ma certo! Ora che abbiamo fatto l'analisi lo vedo dovunque," dichiarò un manager nel parlare con una certa emozione del problema di fondo della sua organizzazione.
Quel nuovo manager si era offerto volontario per parecchi esempi del modo in cui il male di tutti i mali gli aveva preso la mano. Aveva citato più volte come un metodo di misurazione distorto aveva indirizzato le sue decisioni verso il regno della illogicità. Potevo vedere come ne era stato conquistato. Gli altri intorno al tavolo annuivano concordando, e restavano un po' spettatori, ad esclusione di quel manager, che aveva visto la luce. Era assolutamente convinto. Potevo solo sperare che non fosse l'unico.

Avevamo finito l'Albero della Realtà Corrente solo appena due settimane prima. Avevamo vagliato tutte le connessioni e scoperto la giusta formulazione per ogni singola entità, non importa quanto fosse insignificante. C'eravamo mossi insinuandoci tra il labirinto delle relazioni causa-effetto della nostra organizzazione per scoprire la radice di tutti i mali, e questo manager lo aveva riconosciuto per quello che effettivamente era. E ne era rimasto convinto.

Ma come si comportavano le rimanenti persone? Molti altri avevano individuato in quello il core problem. Ma alcuni non c'erano arrivati. Molti proprio non ci erano arrivati. Dannazione!
Allora che cosa sarebbe successo? Perché solamente una persona ne era pienamente persuasa mentre gli altri concordavano senza convinzione? Mi sarei scervellato su questo per le settimane che sarebbero seguite, fino a quando non presi tra le mani il libro di Edward deBono.

"La mente è un sistema informativo auto-organizzante" cosi parlava deBono nelle orecchie della mia mente mentre leggevo le sue parole. "Noi siamo soliti pensare al cervello come un sistema statico, non dissimile da una cassetta di sabbia in cui si lascino cadere delle sfere d'acciaio. Nella cassetta ogni sfera crea un avvallamento e se ne resta ferma," dicendo cosi la sua sfera creò un cratere nella sabbia della mia mente.
Capii le parole di deBono. Dopo aver passato un mucchio di anni nel costruire modelli matematici, mi ero ben abituato alle astrazioni. Il cassetto di sabbia era un oggetto facile da vedere per me.


"Ma quel modello era sbagliato" continuava deBono come una raffica di vento che spazzava via dalla mia mente sia il cassetto che la sabbia. "Un modello più accurato del modo in cui pensiamo lo fa somigliare ad una membrana elastica e sottile," e mentre continuava il campo della mia visione mentale si focalizzò di nuovo, "Se facciamo cadere una pallina di acciaio su questa membrana, provocheremo un affossamento," lo disse come se una di quelle sfere di acciaio lucente stesse incurvando la membrana della mia mente.
Come potevo vedere chiaramente la lamina giallastra e la depressione a forma di cono di tromba generatasi intorno alla biglia!

"Ciascuna esperienza, come una biglia su una membrana sottile, condiziona la nostra percezione degli eventi futuri," avvisava deBono. "Come la posizione finale dell'ultima sfera è influenzata dalla depressione creatasi dalle precedenti, così la nostra interpretazione degli eventi è influenzata dalle esperienze passate."
Potevo vedere in modo chiaro la seconda biglia d'acciaio, prima rimbalzare sulla lamina tesa e poi rotolare lentamente verso la sua lucente compagna. Ma la seconda sfera si era mossa per conto suo? Che cosa era successo alla prima sfera, era rimasta ferma, o anche la sua posizione era stata influenzata dalla caduta della seconda biglia? Dovevo scoprirlo.

Costruii il modello di deBono in meno di un'ora. Una semplice scatola di cartone, aperta verso l'alto, con distesa sopra, anziché una membrana di gomma, un foglio molto sottile di plastica. Mi dovevo accontentare della plastica. Non esisteva neanche un solo pezzo di gomma in tutta l'azienda. E le biglie… mi tormentavo per trovarle fino a quando non mi vennero in mente le sfere che si trovano nei mouse. Quindi smontai i dispositivi di puntamento di qualche vecchio computer e in breve il modello di deBono che era nella mia testa stava di fronte a me in tutta la sua gloria e nastro adesivo.
Con cautela, presi la prima sfera del mouse e la posi sul foglio di plastica teso sopra la scatola. Proprio come mi aspettavo, il suo peso fece afflosciare il foglio, creando la prevista depressione a forma di cono di tromba. A questo punto presi la seconda sfera e la posi a qualche centimetro distante dalla prima ed aspettai. Immediatamente, la seconda biglia affossò il foglio di plastica e restò ferma. Ma dopo qualche secondo cominciò a muoversi verso la prima, e appena poco prima che le due biglie si incontrassero, la prima si mosse lentamente, molto lentamente, ma si mosse!
Se il modello di deBono può essere considerato valido anche per la vita, non solo le nostre esperienze passate possono influenzare la nostra percezione del futuro, ma gli eventi futuri possono fare lo stesso con le conclusioni che traiamo dagli eventi passati. Questo perché la prima biglia si è mossa, non è rimasta ferma nel posto in cui era. La mente, la cui membrana stavo affossando con le mie sfere del mouse, può essere cambiata. Può essere alterata da eventi non ancora provati. Stavo lasciando correre i miei pensieri con questi nuovi concetti, quando il telefono richiamò la mia attenzione.
"Non c'è più corda - NdT," disse la voce del mio amico come provenisse dalla terra promessa. "Il problema è che non c'è più corda nel sistema," ripeté, parlando della realtà nella quale spendo la maggior parte delle mie ore del giorno.

Con mio stupore, afferrai immediatamente che cosa avevo capito ma non avevo notato. La sua osservazione era del tutto corretta. Nella mia realtà, non ci sono praticamente limiti alla quantità di lavoro che può essere richiesta ai dipendenti. I vari progetti si susseguono a un ritmo che pare limitato solamente dai budget annuali. Per chi conosce la terminologia del Drum Buffer Rope, possiamo dire che non c'è corda (rope). Naturalmente non abbiamo né un buffer né un drum, ma ancora più sicuramente non c'è rope.
Discutemmo brevemente dopo che aveva fatto cadere quel macigno direttamente nel mezzo della mia membrana mentale. Il mio amico aveva una certa abilità nel colpire bersagli di questo tipo. Sforzandomi seriamente penso che sarei in grado di ricordare tutto quello che ci dicemmo in quei momenti, ma sicuramente una frase non rischia di essere dimenticata: "Non c'è più corda nel sistema".
Quel macigno ora giace nelle profondità dell'abisso della mia membrana e attira verso lo stesso un numero indefinito di sfere di dimensione più piccola. Il modello di deBono ne è rimasto morto e sepolto. Nemmeno una delle precedenti biglie che avevano colpito in precedenza il mio cervello a membrana era rimasta al suo posto. Tutte avevano sentito farsi tirare dalla frase pronunciata dal mio amico. Improvvisamente, come quel manager che si era trovato completamente convinto nell'avere individuato il core problem, anch'io potevo vederlo dappertutto. Non c'era corda nel sistema.

Dopo quindici minuti di colloquio al telefono, tornai alla mia simulazione del modello di deBono di membrana della mente. Naturalmente le due sfere del mouse erano ancora lì, ma la plastica aveva qualcosa di diverso. La depressione a forma di cono di tromba era molto più marcata, le due sfere con il tempo avevano marcato maggiormente la superficie. In questo modo, la loro influenza sulle sfere che cadranno in futuro sarà molto più pronunciata. La probabilità di essere loro influenzate dalla caduta delle sfere successive a loro era diminuita fortemente, a causa del modo in cui si erano sistemate nel tempo.

Pensai a quei manager di cui stavo perdendo il sostegno. Erano nell'organizzazione da parecchi anni, e un errato sistema di valutazione aveva lasciato in più di dieci anni una forma nella membrana delle loro menti che la nostra analisi non era riuscita a togliere. Non l'avevo neppure scalfita. Che avessi bisogno di una sfera di dimensioni elefantesche? Ma ero fortunato: il Museo di Storia Naturale di New York stava esponendo i resti dei dinosauri.


NdT con corda Rizzo si riferisce al Drum Buffer Rope (Tamburo, Tampone e Corda) il metodo introdotto da Eli Goldratt per migliorare la produzione industriale

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