lunedì 23 settembre 2013

L’ingegnere e la manutenzione (il conflitto di fondo della manutenzione)



La funzione manutenzione è una funzione chiave in ogni struttura produttiva.

Per essa vale il detto che ogni risparmio non è un guadagno. E’ difficile trovare qualcuno che in linea di principio non sia d’accordo che fare manutenzione preventiva permette di spendere di meno che correre dietro ai guasti.

Poi però nella realtà la precedenza è quasi sempre alle urgenze.

Nei momenti difficili poi si tende a risparmiare sempre sulla manutenzione.

Se chiediamo a un ingegnere responsabile di manutenzione di fare un elenco dei problemi ricorrenti, dei suoi crucci, troveremo qualcosa di simile:

  • ­ il budget ci limita nel miglioramento (non ci basta per le urgenze, figuriamoci per fare qualcosa di meglio)
  • ­ spesso gli interventi pianificati e rimandati si trasformano in urgenze
  • ­ non si fa abbastanza manutenzione programmata
  • ­ ci chiamano quando ormai il guaio è fatto
  • ­ non abbiamo abbastanza risorse per risolvere tutti i problemi rapidamente
  • ­ i programmi di miglioramento si scontrano con la realtà (orticelli)
La lista potrebbe continuare quasi all’infinito. Le competenze che l’ingegnere ha sviluppato non hanno modo di concretizzarsi, i programmi di miglioramento, che spesso comportano consulenze costose, non mantengono le promesse.

Nè la direzione, nè il “manutentore” sono soddisfatti, pur essendo tutti convinti, a buon diritto di stare facendo il massimo. In una situazione di stallo del genere, può risultare utile fare uso della tecnica TOC di scrivere la nuvola del conflitto. 
Con essa si fotografa la realtà, in tutte le sue sfumature e si individua il constraint cognitivo, cioè l’insieme di modelli mentali che impediscono di trasformare le competenze in azioni che

migliorano le prestazioni dell’azienda.



Il tipico conflitto del manutentore si può rappresentare con il diagramma di figura.






L’obiettivo (A) è mantenere elevata e in modo predicibile l’efficienza del sistema produttivo. Per raggiungere questo obiettivo ci sono due prerequisiti (le necessità B e C), rispettivamente, non interrompere la produzione (B) e garantire la produzione futura (C). Al fine di garantire la produzione quotidiana si è portati a concentrarsi su emergenze (D); al fine di garantire la produzione futura si sarebbe portati a dedicare tempo e energie a studiare i problemi, cioè a concentrarsi sulla prevenzione (D’).
 
Questo conflitto imprigiona sia la professionalità dell’ingegnere che il profitto dell’azienda. Una sua soluzione avrebbe il potere di liberare energie preziose.

Per trovare una soluzione occorre farsi le domande giuste facendoci guidare dalla nuvola di conflitto.
Che cosa ci impedisce di immaginare una manutenzione che sia capace allo stesso tempo e con il miglior rapporto costo/beneficio di non farci subire perdite economiche dovute all’interruzione della produzione e di garantire le efficienze produttive future?
Ogni singolo guasto ha lo stesso impatto sull’efficienza del sistema produttivo?
I costi della manutenzione sono noti e calcolabili, ma i guadagni sono misurabili e come?

Rispondere a queste domande significa intravedere la direzione della soluzione. È solo un primo passo, occorrerà poi:

  • ­ verificare che la soluzione trovata sia davvero in grado di eliminare tutti gli attuali problemi,
  • ­ pianificare opportunamente le attività necessarie per realizzare la soluzione,
  • ­ verificare che la sua implementazione non produca altri effetti negativi collaterali.
 

Nessun commento: